Atropina

Posted: Febbraio 8th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Atropina

L’atropina è un farmaco anticolinergico; strutturalmente è un tropan-alcaloide naturale estratto dalle foglie di alcune Solanacee (Atropa belladonna, Hyoscyamus niger, Datura stramonium). L’azione dell’atropina nei diversi distretti corporei e i suoi effetti collaterali sono una conseguenza della sua azione antimuscarinica.
È un antagonista dell’acetilcolina per i recettori muscarinici, provocando effetti parasimpaticolitici senza proprie attività intrinseche:
* spasmolisi di muscolatura liscia
* midriasi e paralisi dell’accommodazione visiva
* diminuzione dell’escrezione di ghiandole esocrine
* tachicardia
* sopprime nausea e vomito
* in dosi alte (> 3 mg) comincia la stimolazione centrale nervosa che aumentando conduce a paralisi letale del sistema nervoso centrale.
I sintomi sono attenuati dalla somministrazione di fisostigmina, agonista indiretto dell’Ach.

L’atropina è il trattamento generico utilizzato contro l’intossicazione da gas nervini; l’atropina antagonizzando a livello di recettore colinergico l’effetto dell’acetilcolina non più distrutta dall’enzima inibito dal nervino, limita gli effetti dell’avvelenamento da nervini ed è in grado di salvare la vita agli intossicati. Per questa ragione, i militari che operano in ambienti potenzialmente a rischio di contaminazione con gas nervini, ricevono in dotazione siringhe di atropina per l’autosomministrazione immediata.

L’atropina è in grado di inibire alcuni centri motori che controllano il tono muscolare e i movimenti; grazie a questa sua proprietà è stata utilizzata nel trattamento dei tremori e della rigidità del morbo di Parkinson. L’effetto sul sistema nervoso centrale è minore quando l’atropina viene somministrata come sale quaternario che permea poco la barriera ematoencefalica ma determina un forte blocco gangliare.
Occhio: l’atropina blocca le risposte alla stimolazione colinergica del muscolo sfintere dell’iride e del muscolo ciliare; il farmaco è in grado di dilatare la pupilla (midriasi) e di paralizzare l’accomodazione visiva (cicloplegia). Il riflesso pupillare di costrizione alla luce risulta abolito mentre la midriasi indotta provoca fotofobia. Se l’atropina viene somministrata localmente, l’effetto oculare è di considerevole durata e l’accomodazione ritorna normale dopo 7-12 giorni. Se somministrata per via sistemica, ha scarso effetto sulla pressione intraoculare eccetto che in pazienti con glaucoma ad angolo acuto in cui la pressione può aumentare pericolosamente.
Sistema cardiovascolare: dosi terapeutiche di atropina determinano un effetto cronotropo negativo (diminuzione della frequenza) probabilmente dovuto alla stimolazione vagale. Dosi maggiori provocano tachicardia per blocco dell’effetto inibitore vagale sul nodo seno-atriale. L’influenza dell’atropina è più evidente nei soggetti adulti giovani in cui il tono vagale è rilevante; questo effetto viene sfruttato nel prevenire l’arresto cardiaco in seguito a stimolazione elettrica del vago durante un’operazione chirurgica. Riduce inoltre il tempo refrattario del nodo atrio-ventricolare e può aumentare la frequenza ventricolare in pazienti con fibrillazione atriale o flutter. In caso di blocco cardiaco di secondo grado, in cui l’attività vagale è l’agente eziologico, l’atropina può ridurre il grado del blocco. L’atropina produce spesso aritmie cardiache.
Sistema gastrointestinale: a dosi terapeutiche l’atropina agisce come antispastico inibendo la motilità dello stomaco, del duodeno, del digiuno, dell’ileo e del colon tramite una diminuzione del tono muscolare e della frequenza delle onde peristaltiche e rilasciando gli sfinteri, facilitando il passaggio del chimo attraverso l’intestino. Il farmaco possiede azione antisecretoria inibendo, ad esempio, la secrezione salivare con conseguenti xerostomia e difficoltà di deglutizione, riduce il volume e il contenuto acido delle secrezioni gastriche e la secrezione di mucina e degli enzimi proteolitici.
Apparato respiratorio: l’acetilcolina svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del tono bronchiale contraendo la muscolatura dei bronchi e stimolando le secrezioni a livello del naso, bocca, faringe e bronchi. L’atropina è in grado di broncodilatare (favorendo la respirazione) e di inibire le secrezioni (provocando xerostomia e xerodermia delle vie respiratorie). L’atropina impedisce il laringospasmo durante l’anestesia per blocco della salivazione e delle secrezioni del tratto respiratorio. E’ inoltre in grado di antagonizzare almeno parzialmente la broncocostrizione indotta da istamina, bradichinina e PGF2a.
Ghiandole esocrine: inibisce l’attività delle ghiandole sudoripare, conseguentemente la cute diventa calda (ipertermia) e secca.
Meccanismo d’azione: l’atropina è un antagonista dell’aceticolina sui recettori muscarinici variamente localizzati a livello degli organi effettori innervati da fibre postgangliari colinergiche: nella muscolatura liscia priva di innervazione colinergica, nel muscolo cardiaco, nelle cellule esocrine e nei neuroni intramurali. L’antagonismo è di tipo competitivo e come tale l’effetto dell’atropina può essere superato da alte concentrazioni di acetilcolina.
Grazie ai suoi effetti anticolinergici, l’atropina è indicata nel trattamento degli stati spastici del tratto gastrointestinale, dell’ipermobilità intestinale, nella sindrome dell’intestino irritato, della scialorrea e delle coliche biliari. E’ indicata in oculistica, come midriatico e cicloplegico per l’esame refrattivo della retina e del fondo dell’occhio.
Viene inoltre somministrata prima dell’induzione dell’anestesia per inibire l’eccessiva salivazione e le secrezioni del tratto respiratorio (effetti colinergici) e per diminuire il rischio dell’inibizione vagale del cuore.
In associazione con prometazina (azione sedativa) ed altri atropinici (iosciamina e scopolamina) l’atropina trova impiego come antispastico e sedativo ( Compendium Suisse des Medicamentes, 1994) nel trattamento della tensione nervosa, dei problemi di sonno, dei crampi digestivi e dei problemi intestinali di natura nervosa.
E’ stata inizialmente impiegata nel trattamento del tremore e della rigidità associate al morbo di Parkinson; nel trattamento sintomatico di riniti acute, come spasmolitico nell’asma bronchiale; come unguento nel dolore da reumatismi muscolari, da sciatica e da neuralgia.
L’atropina viene utilizzata anche per migliorare l’accuratezza diagnostica nel test di tolleranza all’esercizio in pazienti che non possono raggiungere un adeguato esercizio (Variola, 1997).
In associazione con papaverina e derivati dell’oppio, l’atropina è usata come analgesico spasmolitico nel trattamento dei dolori intensi e degli spasmi intestinali, dei dolori da tumori, delle coliche nefritiche ed epatiche, del dolore postoperatorio dopo fratture ( Compendium Suisse des Medicamentes, 1994).


Comments are closed.