Naloxone

Posted: Gennaio 24th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Naloxone

Me stavo a guarda’ in streaming un telefilm di qualce anno fa, quando a ‘na certa nominano il naloxone. Me so’ incuriosito e so’ ito a vede…

Il naloxone è una molecola di sintesi derivata dall`ossimorfone tramite la sostituzione del gruppo metilico sull`atomo di azoto con un gruppo allilico.
È stato il primo antagonista oppioide puro, con affinità per tutti e tre i tipi di recettori degli oppioidi (μ,δ,κ). Il naloxone blocca l’azione dei peptidi oppioidi endogeni e dei farmaci morfino-simili intervenendo con un meccanismo di tipo competitivo a livello dei recettori su cui agiscono le sostanze morfino-simili.
Il principale uso clinico è il trattamento della depressione respiratoria causata da sovradosaggio di eroina (overdose). Viene solitamente somministrato per via endovenosa e il suo effetto insorge immediatamente. Può essere somministrato anche per via intramuscolare o sottocutanea ma in questi casi gli effetti saranno più lenti. Non è efficace se la depressione respiratoria è causata da sostanze diverse dagli oppiacei.
Non produce alcun effetto farmacologico a soggetti che non hanno assunto stupefacenti o prodotti
antagonisti degli stessi. Viene rapidamente metabolizzato dal fegato e la sua durata d’azione è di sole 1-2 ore, quindi inferiore a quella della maggior parte dei farmaci morfino-simili. Per questo motivo deve essere somministrato ripetutamente. Non ha effetti indesiderati di particolare rilevanza, ma può precipitare la sindrome da astinenza nei soggetti dipendenti da oppiacei. Nonostante questo farmaco sia in uso dal 1960 i dosaggi e la via di somministrazione più adatti sono ancora oggetto di dibattito. Generalmente si somministrano 1-2 fiale endovena e/o intramuscolo (fiala da 0.4 mg) ripetibili. A seguito di somministrazione per via endovenosa, l`attività del naloxone è in generale evidente dopo 2 minuti. La comparsa dell`attività farmacologica è lievemente rallentata se il prodotto viene somministrato per via sottocutanea o intramuscolare. La durata dell`attività è dose-dipendente e
correlata alla via di somministrazione; gli effetti farmacologici sono comunque più prolungati dopo
somministrazione per via intramuscolare rispetto a quelli ottenibili per via endovenosa.

Meccanismo d’azione
La percezione del dolore coinvolge tre principali tipi di recettori, μ (mu), K (kappa) e δ (delta). Fisiologicamente sono le endorfine le sostanze prodotte del nostro organismo che hanno affinità per questi recettori, la cui attivazione probabilmente inibisce il rilascio di altri neurotrasmettitori coinvolti nella percezione del dolore. In particolare si è scoperto che tutti e 3 i tipi di recettori sono coinvolti nell’analgesia generale, ma prevalentemente i recettori μ controllano il tratto digerente, mentre i δ controllano la componente emotiva del dolore (infatti il dolore aumenta se accompagnato da stimoli sensoriali come la paura). A livello molecolare, l’attivazione di questi recettori porta, tramite meccanismo a cascata mediato dalle proteine G, ad una riduzione dell’influsso di calcio nelle presinapsi e ad una inibizione dei neuroni postsinaptici per apertura dei canali del potassio.
La prima sostanza scoperta ed utilizzata coma analgesico, e tuttora la più utilizzata, è la morfina, alcaloide naturale derivante del lattice (oppio) del papaver somniferum, da cui si ricavano anche altre sostanze, come la codeina (antitussigeno). La morfina è attiva come agonista su tutti e tre i tipi di recettori. Dalla morfina, per semisintesi, si sono ricavati altri derivati, come il Fentanile o l’Idromorfone, che sono agonisti pieno sui 3 recettori, oppure agonisti parziali (Pentazocina è agonista pieno sui recettori K e parziale sui μ, Buprenorfina è agonista parziale μ e antagonista K, oppure ancora antagonisti sui 3 tipi recettoriali (Naloxone e Nalotrexone).

Caratteristiche e impieghi
Sono impiegati per il loro effetto analgesico e quindi per bloccare il dolore. Fentanile e Sufentanile sono più potenti della morfina, anche se non sono più efficaci della stessa, e vengono utilizzati in cerotti transdermici. Naloxone e Nalotrexone sono invece usati in casi di overdose per spiazzare la morfina, il Naloxone per endovena per una più rapida azione (ha anche tempo di dimezzamento breve) e in seguito il Nalotrexone per via orale (ha tempo di dimezzamento più lungo).
Metadone e Buprenorfina hanno lungo tempo di dimezzamento e bassi sintomi di dipendenza e per questo possono essere utilizzati nella terapia di disintossicazione.


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